
: meno uno.
John è felice. Emozionato. Oggi per lui è un gran giorno: ha appena soffiato sulle candeline… è l’attimo prima del regalo… non sta nella pelle avrà anche lui una playstation. Intorno a lui, auguri, flash, ragazzini che lo festeggiano. E poi in alto, sorrisi sforzati paura negli occhi che ricordano.
La mamma si piega sulle ginocchia gli dà un bacio e lo accarezza. Poi John li sente ancora parlare sottovoce. Inevitabilmente ripensano all’incubo, alla polvere, ai milioni di fogli di carta e ancora polvere, fuoco, urla e sirene, troppe sirene. Fisse, perenni. Scene inverosimili odori stampati ormai nel tempo. Tutti gli sguardi erano lì dove non sarebbero mai voluti essere, tutte le menti erano lì e volevano soltanto andarsene. Quella mattina Sheyla era in ospedale, in maternità ormai da tempo. Lontana dal suo ufficio, lontana da quel fuoco. La terza guerra mondiale si stava compiendo, tutta compressa in un giorno stampato nella memoria.
John non capisce, troppo piccolo per sentire cosa dicono e cosa hanno detto. Lui assapora solo il suo momento, aspetta il pacco più di ogni altra cosa.
7 anni appena compiuti, nel giorno in cui insieme a lui rinasceva anche sua madre.
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