mercoledì 17 aprile 2013

IL CREATIVO





è mancino (quasi sempre)

deve saper guardare oltre e a volte,
per questo, non vede ciò che ha davanti

è un esteta e apprezza il bello sotto
ogni sua forma, anche la più brutta!

i giochi di parole sono la sua schiavitù (infatti)

è una spugna con tutto ciò che lo circonda

gli infiniti input che custodisce dentro
li utilizzerà prima o poi

sa un po’ di tutto ma si stanca di andare troppo
a fondo su un singolo argomento

il suo modus vivendi è adottare le soluzioni insolite

a volte fa finta di non capire

a volte fa finta di capire

si sveglia nella notte e spesso prende appunti
per non perdere l’idea appena nata

impazzisce per le matite ma scrive con la penna
per ricordarsi gli errori che fa

il suo intuito lo fa sorridere quando vede gli altri
raggiungere lo stesso pensiero

può essere disordinato ma è solo un aspetto
del suo concetto di ordine

a volte ha la voglia di azzerare tutto e ricominciare

non smetteranno mai di piacergli i giochi

la sua ricchezza è in quello che ogni giorno
si trova intorno

vede nei viaggi una forma estrema di crescita

è un cane sciolto, non sopporta le gabbie
di nessun genere

il suo colore è il verde



il suo sogno?
Non svegliarsi mai.

 

mercoledì 17 ottobre 2012

DIO MIO PIOVE













: così sia.


Sono triste. Mi bagno, cerco l'ombrello. Come sempre non si apre subito e penso che avrei fatto maglio senza.


Stressati e succubi delle previsioni meteo viviamo tutta la nostra esistenza in funzione del sole, del suo calore, dei ricordi che ci scaldano più dei suoi raggi. Calpestiamo pozzanghere per correre. Tergicristalli che fischiano. Gocce che si strappano dal vetro. E poi? Che c'è di male? Tutto si asciuga, no? Il cielo si squarcia e diventiamo più sereni senza nuvole.

Ma poi penso alla siccità, all'Africa, alla sete, tremenda la sete. Sento il suono del mare che ho dentro, rivivo la sensazione di un lago e capisco che quell'acqua è scesa sempre da un cielo grigio.

L'acqua siamo noi, è intorno a noi: tutta ciò che vive è acqua.
Dio è pioggia e, scivolando sui nostri ombrelli sempre rotti, ci fa vivere.

Penso al tuono e lo vedo come un vagito, guardo un lampo e allora sì che tutto continuerà ad essere. A volte può diventare devastante, come del resto tutto ciò che è acqua si muove a ritmi diversi e può creare o distruggere. Ma poi resta la vita anche quando diventa morte.

Dobbiamo sempre pregare che piova e ringraziare … il Cielo.


Sento il vento che si sta alzando, sta arrivando...
Sono felice.




venerdì 26 giugno 2009

PIANGO



: rido.

25 giugno 2009, la data che segna la fine di Michael e segna l’inizio del mito.
Lui che era mito anche da vivo è riuscito a far piangere tutto il mondo alla notizia della sua scomparsa, anche se in realtà era sparito da tanto. Ormai da dieci anni usciva il suo nome quasi solo per i noti fatti di cronaca e non più per la sua ARTE che ha creato la storia della musica moderna. Un genio, un personaggio unico. Accarezzava la vita con i suoi guanti e circondava la sua musica con i suoi movimenti inconfondibili.

Da quando ho memoria è la prima volta che vivo una perdita così grande in quello che ora si chiama “Show Biz”… questo mondo malato di soldi e bramoso di successo che crea mostri anche quando non lo sono, o forse sì. Ma non è questo il momento di giudicare e salire su chissà quale pulpito per additare le colpe di un uomo/bambino che a questo punto solo Dio può sapere. Rimango qui a sentire i brividi delle sue note, quei brani che mi hanno cresciuto. Nella mente mille momenti che in sottofondo venivano accompagnati da lui.
Tutti parlavano più dei suoi guai, delle sue fissazioni e della sua vita distorta e malata, ma da oggi in poi, come sempre, ognuno apprezzerà la sua musica, riscoprirà la sua voce cristallina, quel suo viso sempre diverso che confondeva ma che sapeva unire tutti, grandi e bambini, bianchi e neri. Davanti a lui oggi il mondo si inchina e gli chiede scusa per non aver dato una doverosa culla agli ultimi anni della sua vita, che da tempo, da troppo tempo, avevano iniziato il conto alla rovescia.

Oggi 26 giugno si sente nell’aria il suo urlo e allora viene rabbia e voglia di ridere. La gente nelle strade di Harlem balla e ride. Incredibile. Solo Jacko poteva farlo! Un ex-nero, un fratello che ha tradito le sue e le loro origini, ora riesce a regalargli gioia anche quando bisognerebbe piangere.
Allora anch’io rido davanti al RE e penso a un uomo che voleva rimanere bambino perché bambino non è mai stato … rido perché ora capirà che il mondo un po’ l’ha guarito come desiderava e almeno per oggi tutti penseranno a una cosa positiva e lo ringrazieranno.


martedì 7 aprile 2009

TREMO




: sono fortunato, la mia è solo paura.

3:32. sono i primi indimenticabili numeri di una lunghissima sequenza di conteggi, stime, morti, secondi, palazzi, paesi, aiuti. La terra ha tremato e ha sconvolto migliaia di persone, anche milioni se si contano quelle che ora non fanno altro che guardare. Io mi ritrovo sempre a guardare. La natura ha distrutto: ci ha fatto scordare tutto il resto e ci ha riempito gli occhi di disperazione. Viene solo di piangere con rabbia e subito dopo hai voglia di fare. Nelle tragedie siamo una cosa sola, sappiamo diventare migliori; un po’ per vergogna della fortuna che abbiamo a non viverlo, un po’ perché capisci finalmente il valore di tante cose. Le forze a muoversi sono molte, per fortuna ce ne potrebbero essere il doppio il triplo, tutti almeno per un attimo abbiamo pensato di andare lì e rendere utile questa vita mai scontata e tanto preziosa. Ma poi si fa marcia indietro per non creare un problema e piuttosto pensiamo, promuoviamo opere future e ne parliamo con la gente che ci sta intorno. Negli occhi di tutti puoi vedere una scintilla: anche nella faccia sanguinante di uno dei tanti intervistati vedi il bagliore della vita che seppur shockata è lì e resiste. Mille storie, mille numeri ancora e ancora scosse e dopo quelle fatte di emozioni, alle 19:43 di due giorni dopo, sento la mia sedia che balla come un dondolo. Il sangue si gela e me ne vergogno. Pensi subito a quello che può essere accaduto laggiù, a centinaia di chilometri che la natura ha percorso in un attimo per svegliarci ancora, se mai fosse necessario. Ancora danni, ancora numeri. Persone che parlano, trasmissioni infinite, allora quasi di nascosto cambio canale e mi blocco su una balena. Sì, una megattera scura ed elegante che con il suo cucciolo balla in chissà quale mare del nord. In un sottofondo di silenzio e schizzi vedi la forza attutita del mare, il verde assurdo di sfondo, con la mente provi ad andare là e inciampi in un mondo che sta andando avanti. Mille zone, altre vite che solo distrattamente hanno avuto un pensiero per chi è stato sotto a quel cemento. Un mondo all’improvviso gigante che non mi ricordavo più, una vita grandiosa come quella balena e come la natura stessa che qualcuno ha appena definito perfida ma che ti dà tutto e ti può togliere tutto. E poi? Questa vetrina che stona in una via fantasma sembra appoggiata lì per caso; attorno è crollato tutto e l’offerta di quei jeans rimarrà immobile in mezzo a tanta gente che in pochi secondi ha perso tutto e deve guardare oltre a quel tutto che va ricostruito. Ma la grande speranza è che con la forza, il tempo e soprattutto la memoria di questi attimi interminabili, si tornerà a sentire il vociare della gente che camminerà ancora in questa via, magari in fretta, magari in un altro giorno della settimana di Pasqua.


lunedì 15 settembre 2008

PICCOLO UOMO



: un crescendo.

quando cominci a guardarti dietro, sei diventato uomo
quando non hai più voglia di farti la barba, sei diventato uomo
quando smetti di fare domande, sei diventato uomo
quando inizi a dare risposte, sei diventato uomo
quando piangi da solo, sei diventato uomo
quando ti iniziano a piacere le foto, sei diventato uomo
quando non vuoi più capire le donne ma le accontenti, sei diventato uomo
quando capisci le donne, sei diventato uomo
quando trovi affascinante la storia, sei diventato uomo
quando senti il bisogno di amare, sei diventato uomo
quando capisci che è importante non sprecare niente, sei diventato uomo
quando vuoi essere un bambino, sei diventato uomo


giovedì 11 settembre 2008

2749



: meno uno.

John è felice. Emozionato. Oggi per lui è un gran giorno: ha appena soffiato sulle candeline… è l’attimo prima del regalo… non sta nella pelle avrà anche lui una playstation. Intorno a lui, auguri, flash, ragazzini che lo festeggiano. E poi in alto, sorrisi sforzati paura negli occhi che ricordano.
La mamma si piega sulle ginocchia gli dà un bacio e lo accarezza. Poi John li sente ancora parlare sottovoce. Inevitabilmente ripensano all’incubo, alla polvere, ai milioni di fogli di carta e ancora polvere, fuoco, urla e sirene, troppe sirene. Fisse, perenni. Scene inverosimili odori stampati ormai nel tempo. Tutti gli sguardi erano lì dove non sarebbero mai voluti essere, tutte le menti erano lì e volevano soltanto andarsene. Quella mattina Sheyla era in ospedale, in maternità ormai da tempo. Lontana dal suo ufficio, lontana da quel fuoco. La terza guerra mondiale si stava compiendo, tutta compressa in un giorno stampato nella memoria.
John non capisce, troppo piccolo per sentire cosa dicono e cosa hanno detto. Lui assapora solo il suo momento, aspetta il pacco più di ogni altra cosa.
7 anni appena compiuti, nel giorno in cui insieme a lui rinasceva anche sua madre.

venerdì 22 agosto 2008

LA SPIA RUSSA



: cosa voglio fare da grande.

da piccolo… forse i nonni, o forse i tuoi: “questa è una spia... soffiaci sopra ed esprimi un desiderio…” ffffffffffffhhhh… e tutti quei micro-petali che si spargevano nell’aria, via col vento... ma non era un film era solo un bambino che obbediva incuriosito, senza sapere cosa fosse un desiderio.
poi subito dopo cresci, a velocità doppia ti trovi adulto ad inseguire solo i tuoi desideri che hai capito che sono tutto: senza di quelli è la morte! corri corri e cerchi parchi prati distese di erba selvatica ma di “spie” sempre poche e spelacchiate.. non si trovano più, si sono estinte, e magari quando riesci a trovarne una hai il fiatone e non riesci neanche a soffiare. la spia dorme, russa, ti aspetta e a te non serve altro che non smettere di cercarla.
al momento giusto ma, paradossalmente, solo quando non la cercherai più, ti fermerai di colpo per non calpestarla e avrai due polmoni grandi così.